Benvenuti nello studio della Dr.ssa Cristiana Bonaffini

Psicologa Psicoterapeuta Psicosessuologa a Catania

Benvenuti nel mio spazio dedicato al benessere psicologico, sessuale e relazionale. Come psicoterapeuta, psicosessuologa e terapeuta di coppia, offro un supporto personalizzato per affrontare ansie, depressione, stress e sfide evolutive per facilitare la crescita personale, migliorare le relazioni e promuovere una sessualità sana e rispettosa.

I Tabù del Porno

Nasciamo sessuati e ci mettiamo tutta la vita per definirci sessuali e per scoprire la nostra dimensione sessuale, lungo un processo di ricerca di modelli di riferimento e informazioni. 

Il periodo dell’adolescenza è un periodo di scompiglio e maturazione fisica, biologica e psichica e internet, si sa, è il luogo privilegiato per cercare informazioni e condividere domande, in un confronto solitario che vede sostituita l’educazione sessuale da materiale pornografico, bizzarro fuorviante e pantomimico, che invece dovrebbe essere maneggiato con cura per evitare grandi malintesi. 

Sono più di 26 milioni i siti pornografici e tutti possiamo potenzialmente averne accesso, senza restrizioni.  

A livello globale il 30% dei bambini fra gli 11 e i 12 anni guarda pornografia online, in Italia il 44 % dei ragazzi tra i 14 e i 17 anni. 

La sessualità, in tutte le sue forme lecite, nel rispetto di sé e degli altri, è un aspetto essenziale della natura umana e se da un lato l’accesso alla pornografia può essere utile per aiutare le persone a vincere la loro timidezza rispetto alla sessualità, ad esplorare nuovi scenari e fantasie sessuali in modo anonimo e sicuro o un modo per scoprire per la prima volta una modalità diversa, dall’altro lato dobbiamo riflettere sui rischi insiti in qualsiasi forma di dipendenza, ossessività e compulsività, cosiderato che la differenza la fa la consapevolezza di chi lo utilizza, soprattutto riguardo la modalità e finalità che gli si attribuiscono. 

La verità è che la pornografia e le sue forme di dipendenza-pornodipendenza o cyber-porn addiction- sta dando luogo a nuovi interrogativi sul comportamento umano focalizzando il dibattito scientifico su una specifica questione: quale sia l’effetto dell’esposizione ripetuta ed in età precoce a materiale pornografico, sulla psiche, sui comportamenti e sulla salute di chi ne usufruisce. 

La pornografia del mercato mainstream mostra contenuti quasi sempre sessisti, la frequenza del suo utilizzo influenza le opinioni sul ruolo dei generi nelle relazioni sessuali, radicando credenze stereotipate: la nozione di donna come oggetto sessuale in un ruolo di passività e sottomissione, e la nozione di mascolinità come dominio e aggressività, il messaggio estetico è irreale e irrealistico e l’aspetto sentimentale è trascurato, escludendo la relazione con l’altro da me. 

L’uso della pornografia online può entrare in conflitto con lo sviluppo psicosessuale e far prevedere l’incertezza sessuale, soprattutto nelle ragazze, ma anche innescare sintomi depressivi se l’esposizione intenzionale è troppo precoce. 

Molti adolescenti costruiscono il loro desiderio erotico attraverso la pornografia, così facendo, però, creano un immaginario distorto e finiscono per trovare normali dinamiche irrealistiche producendo, invece più spesso, disfunzioni sessuali. 

Diventa quindi una catena, la realtà non soddisfa, anzi delude, e l’unica gratificazione rimane nel mondo virtuale. Questa delusione può avere ripercussioni sull’autostima, nel confrontarsi a livello prestazionale con queste immagini di riferimento, calo del desiderio, disfunzione erettile, eiaculazione precoce.  

La pornografia è uno stimolo sopranormale ci fa perdere contatto con la realtà e ci spinge a volere stimoli nuovi e sempre più estremi, il potere del porno risiede in questa continua stimolazione di dopamina nel cervello, rilasciata durante l’eccitazione sessuale: per certi versi la dipendenza dal porno online è una tossicodipendenza e la sostanza che crea dipendenza è la dopamina. Fortunatamente, il nostro cervello è plastico. Questo vuol dire che le connessioni neurologiche causate dalla pornografia non sono irreversibili 

Ciò che diventa patologico dunque è l’utilizzo spropositato ed esclusivo della pornografia come unico stimolo. 

Il numero di persone dipendenti dalla pornografia è in aumento, chi fa spesso uso di siti porno diventa anche, poco a poco e in modo poco percettibile, una persona più solitaria, forse per questo motivo, qualcuno ritiene che il nostro mondo sia abitato da esseri solitari e depressi, che rifuggono la realtà nascondendosi dietro uno schermo. 

Cercare di sensibilizzare il più possibile la società e comprendere cosa, dove e chi dovrebbe insegnare ai ragazzi la sessualità, per non lasciarli abbandonati e perchè non considerino il porno e la pornografia i soli strumenti cui potersi affidare. 

La pornografia fa male? Dipende.  

 

Se la si vuole utilizzare come alternativa per l’insegnamento alla sessualità da parte della famiglia, della scuola o della società, allora la risposta è sì, perché offre una visione del sesso e della coppia alterata, negativa, machista e utilitaristica. Se invece il porno ha un mero ruolo di mezzo per il raggiungimento dell’autoerotismo o della vita di coppia, allora la risposta è no.  

Ogni adulto gioca un ruolo importante nella formazione della sessualità degli adolescenti e bisogna fare tutto ciò che è nelle nostre capacità per consentirgli di avere una conoscenza più completa possibile, per permettere di vivere serenamente una delle dimensioni più importanti della nostra vita. 

La Coppia

 

Se c’è una cosa nella vita tutt’altro che semplice, è l’amore.  

Spesso si idealizza la relazione di coppia concependola come una forma statica, che deve rimanere identica nel corso degli anni, in verità è un sistema vivo in continuo mutamento. La vita delle relazioni di coppia, proprio come la vita del singolo individuo, si sviluppa e progredisce attraverso precise fasi evolutive influenzate tanto dallo sviluppo psicologico dei due partner, quanto dal loro stile di attaccamento. 

Considerando la coppia come una realtà vivente è facile intuire come essa abbia bisogno di cura per svilupparsi, crescere ed esprimersi fino ad essere “come le corde di un liuto, che sono sole, anche se vibrano per la stessa musica” (K. Gibran, Il Profeta).

Fase 1: L’euforia dell’innamoramento  

La comunicazione tra due persone legate dall’amore ha le sue radici nella follia.  

Secondo Freud “l’innamoramento è una malattia grave, per fortuna breve” e chi ha ascoltato i discorsi degli innamorati sa che si tratta di deliri, deliri di onnipotenza.  

In questa fase di “incanto” c’è una fortissima idealizzazione dell’altro di cui si percepiscono solo le somiglianze, si annullano le differenze, si prova la sensazione che la volontà dell’altro sia la propria e che i progetti di vita siano identici. 

Secondo alcuni studi, l’innamoramento dura da 12 a 18 mesi, per altri arriva fino a 3 anni durante i quali avviene una fusione totale, una pulsione che genera un forte coinvolgimento emotivo ed un’intensa attrazione sessuale nei confronti di un’altra persona.  

All’innamoramento concorrono diversi fattori: c’è una componente sociale e una inconscia, una fisiologica e una primordiale e ce n’è anche una chimica che produce tutta una serie di reazioni psicofisiologiche. 

Quando ci innamoriamo le emozioni che proviamo generano un’energia inesauribile che ci toglie il sonno, l’appetito e la stanchezza, in altre parole, viviamo in uno stato alterato di coscienza, di obnubilamento, di eccitazione costante del corteggiamento, del reciproco conoscersi ed esplorarsi, del desiderio folle, dettati dall’incremento di neurotrasmettitori, come la dopamina, la sostanza responsabile delle sensazioni di piacere, euforia, eccitazione e alla base dei meccanismi della dipendenza,  e altri due neurotrasmettitori, la noradrenalina e la feniletilamina, che contribuiscono a creare gli stati di desiderio, eccitamento e bisogno tipici dell’innamoramento e che rendono il partner ai nostri occhi “perfetto, ideale”. 

Ma attrazione e passione non sono amore, almeno, non da soli, e se la fase dell’innamoramento coincide con l’idealizzazione dell’altro la realtà diventa un banco di prova. 

Fase 2: La differenziazione  

Il tempo, l’ambiente, la conoscenza reciproca, la crescita personale e una serie di altre variabili portano a vedere il rapporto e l’altra persona in una dimensione reale e non più ideale. L’eccitazione lascia il passo a una nuova consuetudine, la passione diventa meno totalizzante. 
Questa fase di «risveglio» suscita sentimenti contraddittori: se da una parte provoca una forte delusione, dall’altra può diventare gratificante e stimolante scoprire l’altra persona nella sua unicità. 

Anche in questa fase di “disincanto” la chimica gioca il suo ruolo aumentando il livello dell’ossitocina e vasopressina, che agiscono sui sentimenti di tenerezza e sul desiderio di stabilità e monogamia.  

Gradualmente il desiderio sessuale diminuisce così come la passione lasciando il posto al calore, l’affetto e la fiducia. Una coppia evolve dallo stato simbiotico a quello della differenziazione quando ognuno ricomincia a pensare in maniera indipendente e vi è uno spostamento verso l’introspezione. Impossibile arrivare alla fase di differenziazione senza una piccola o grande crisi perché è molto difficile che i due partner sentano la stessa esigenza contemporaneamente, uno vorrà differenziarsi, ritornare autonomo, mentre per l’altro, nella paura costante dell’abbandono, il cambiamento viene visto come un segnale di deterioramento patologico del rapporto, anziché come un naturale processo evolutivo. 

Se siamo capaci di accrescere la fiducia in noi e nell’altro, il passaggio dalla differenziazione alle fasi successive ha il vantaggio di sperimentare la cosiddetta “costanza dell’oggetto amato”, la capacità di credere che una relazione sia stabile e intatta, nonostante la presenza di battute d’arresto, conflitti o disaccordi.

Fase 3 La sperimentazione: l’esplorazione 

La fase di sperimentazione  (“voglio essere me stesso/a”) è un periodo nel quale ognuno cerca un’identità all’esterno della relazione. 

Scopo di questa fase è la capacità di esprimere e accettare le singole individualità e le reciproche differenze gestendole in modo costruttivo e soddisfacente per entrambi. La ridefinizione dei propri confini viene espressa attraverso attività e spazi separati, i partner sentono di avere bisogno di più tempo per sé stessi, i propri interessi e le proprie attività diventano il primo obiettivo. 

Fase 4 L’accettazione: il riavvicinamento 

Quando l’identità personale è sufficientemente definita, se la coppia è riuscita a rimanere ufficialmente e intimamente legata, arriva la fase di riavvicinamento (Ritorno a casa), un ritrovato bisogno di recuperare il supporto emozionale nella coppia.  

Ognuno ha potuto sviluppare un forte senso di sé e ritorna alla relazione senza paura della vulnerabilità e della non accettazione da parte dell’altro. Vicinanza e allontanamento si alternano e vengono gestiti con meno ansia e conflitto perché 
l’intimità che si raggiunge in questo momento è molto profonda, ci si stabilizza, si trova un equilibrio tra l’Io e il Noi.  

Fase 5 l’Interdipendenza 

La fase dell’interdipendenza, l’ultima, viene raggiunta quando la coppia riesce a coniugare la sicurezza della costanza della relazione con l’incoraggiamento reciproco ad affacciarsi nel mondo. 

Nel passaggio evolutivo di coppia, i partner hanno integrato le diverse individualità e sviluppato strategie per con-vivere insieme. La gelosia è contenuta: ci si fida dell’altro e la sua presenza dentro sé stessi è salda.  

In questa fase ciascun partner funziona da base sicura consolidata per l’altro, anche se in alcuni momenti se ne fa a meno, e si crea un legame di interdipendenza (la dipendenza reciproca nel rispetto delle sfere di autonomia), che consente di conciliare i bisogni di sostegno e condivisione con quelli di autonomia ed esplorazione e in cui si costruisce un’accettazione dell’altro per quello che realmente è, nella sua amabile imperfezione.  

Questa è la fase dell’amore maturo in cui il perfetto/ideale è riconciliato con il reale, è la piena intesa in cui il coinvolgimento è profondo e la sessualità acquisisce una nuova dimensione emotiva. 

L’amore inizia dove l’innamoramento finisce o per meglio dire, quando si trasforma da un insieme di emozioni e bisogni egoistici in un sentimento maturo, consapevole e accogliente in cui il perfetto/ideale è riconciliato con il reale, prende forma un desiderio di condivisione e stabilità nella volontà di costruire un progetto di vita insieme all’altra persona, è il momento della piena intesa in cui il coinvolgimento è talmente profondo che la sessualità acquisisce una nuova dimensione emotiva. 

Ricordando il pensiero di Carl Gustav Jung

L’incontro di due personalità è come il contatto di due sostanze chimiche: se c’è una qualche reazione, entrambe si trasformano.