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http://www.ustation.it/contenuti/audio/2462-intervista-alla-sessuologa-cristiana-bonaffini-i-monologhi-della-vagina

http://books.google.it/books?id=EAEl94uU-w0C&pg=PR7&lpg=PR7&dq=sessuologia+catania+bonaffini&source=bl&ots=EXAcAWD_4w&sig=10IGcsT0cgdKW6Df5nsso2K7yQY&hl=it&sa=X&ei=lXJwT-bXFcLd4QTTtqHAAg&ved=0CDAQ6AEwADgK#v=onepage&q=sessuologia%20catania%20bonaffini&f=false

L’Amore si nutre di novità, di mistero e di pericolo

Dott.ssa Cristiana Bonaffini - cristianabonaffini@katamail.com

Dott.ssa Cristiana BonaffiniL’amore si nutre di novità, di mistero e di pericolo e ha come suoi nemici il tempo, la quotidianità e la familiarità. Nasce dall’idealizzazione della persona amata di cui ci innamoriamo per un incantesimo della fantasia, ma poi il tempo, che gioca a favore della realtà, produce il disincanto e tramuta l’amore in un affetto privo di passione o nell’amarezza della disillusione. L’amore svanisce perché nulla nel tempo rimane uguale a se stesso. Per questo l’amore, secondo Galimberti, cerca sicurezza e stabilità, “tende a spegnere i desideri che teme come il suo negativo più profondo, o a deviarli nella finzione dell'immaginario, come si deviano le forze temute di un fiume, scavandogli un letto artificiale o derivandone mille rigagnoli che si disperdono nella terra.” 

Di qui il successo dell’amore occasionale o di quello on line. 

 

La fantasia di scatenare il proprio desiderio con una persona che non c’è, non è accessibile o lo è per poco, con l’estraneo misterioso o quasi, offre non solo la possibilità di esplorare il proibito e il precario, ma anche l’opportunità di fantasticare sul proibito e sul precario da un luogo più sicuro rispetto alle nostre relazioni reali, nelle quali non intendiamo permettere a noi stessi di destabilizzarci. 

E così, per ridurre il rischio, separiamo la stabilità, a cui l’amore tende, dall’avventura che il desiderio agogna. E per “avventura” non si intende qualcosa di banale, ma quel tratto che fa di un uomo un uomo che, a differenza dell’animale, è sempre proteso oltre di sé, in quella dimensione di “trascendenza”, di “oltrepassamento” di ciò che ci è semplicemente dato. Il desiderio è trascendenza. C.Pavese disse "Un amore, qualunque amore, ci rivela nella nostra nudità, miseria, inermità, nulla." Amare significa denudarsi, gettare la maschera che decidiamo di indossare, rivelare le nostre debolezze. Queste sono le paure delle persone che vogliono a tutti i costi, in tutte le situazioni, dimostrare d'essere forti e l'innamorarsi potrebbe, invece, rivelare tutta la loro debolezza interiore. 

 

Scrive Freud: “Dove amiamo non proviamo desiderio, e dove lo proviamo non possiamo amare”. Non ci è dato, se non per brevi attimi, fare esperienza dell’amore e del desiderio verso la stessa persona allo stesso tempo. E questo perché l’amore, che nasce sotto il segno della stabilità e dell’eternità, vuole ciò che il desiderio rifiuta. L’abitudine uccide il desiderio. In qualche modo, questo, lo sappiamo, e non è raro che trasformiamo in abitudini le persone che amiamo, e attraverso questa degenerazione protettiva ci garantiamo la sicurezza della casa, e ci difendiamo dalla vulnerabilità intrinseca dell’amore. 

 

La paura d'amare è PHILOFOBIA, vale a dire la paura d'innamorarsi o di essere innamorati, riconducibile ad una sorta di “meccanismo di difesa”. Non amiamo per non soffrire. Questa paura, nelle sue fasi acute o nei casi più estremi, si manifesta con gli stessi sintomi di un attacco d'ansia o di panico. Le credenze, l’educazione ricevuta, l’influenza genitoriale possono lasciare una traccia indelebile dentro di noi. La paura di essere abbandonati ci obbliga ad evitare il coinvolgimento emotivo per tutelarsi dalle possibili sofferenze. Per fuggire da questo legame sentimentale ci si rifugia nelle relazioni superficiali, spesso con un passaggio da una donna ad un’altra, da un uomo ad un altro, per poi scappare nel momento in cui ci si accorge che qualcosa sta cambiando e diventa di difficile controllo. Paure, nient’altro che paure, allucinazioni che attanagliano la mente di chi non vuole lasciarsi andare alle emozioni, creandosi visioni sempre più contorte di ciò che potrebbe succedere e che, spesso, non sono in relazione con la realtà. 

Qualunque stimolo consideriamo essere causa della paura di amare ha come base la paura di soffrire, per cui ci si crea una corazza per proteggersi dall’amore. Esiste quindi un conflitto interno che porta ad un soffocamento del sentimento. L’amore invece è una vibrazione, libera, piena d’ossigeno, piena di vita. A-Mare significa Senza-Morte (A-Mors), Pieno di Vita. Una strada per riuscire a vibrare d’amore ci sarebbe, ed è quella di accorgersi e di accettare, i propri limiti emotivi e mentali, la paura di apparire “piccolo e indifeso”, il timore della fine che ha inizio con il suo inizio. 

La strada nella relazione sarebbe accogliere il cambiamento continuo a cui ogni abitante della casa va soggetto nel corso della sua vita giorno dopo giorno. Un cambiamento che riconfigura la quotidianità, sbilancia la familiarità, infrange le abitudini, rende insolito e nuovo il tempo, alimentando le fantasie e il desiderio. Rinnovare la relazione d’A-More, significa usare le parole per raccontare ogni giorno dove si è e chiedere all’altro dov’è. Prendersi per mano e farsi prendere per mano ci lusingherebbe e ci salverebbe dalla paura e dalla fine di un Amore.  

 

Dott.ssa Cristiana Bonaffini 

Psicoterapeuta Consulente in Sessuologia 

Catania 


L’Orgasmo è una folgorazione

Dott.ssa Cristiana Bonaffini - redazione@clicmedicina.it

Dott.ssa Cristiana BonaffiniIl raggiungimento dell’autentica soddisfazione sessuale è possibile solo nell’unione con la coscienza e consapevolezza di sé. Se Eros, come sottolinea Galimberti, è connessione con il divino, il rapporto che egli instaura non è semplicemente tra gli uomini, ma una relazione con l’altra parte di noi stessi, è un “nesso” tra la parte razionale dell’uomo e la sua parte divina.
“È uno degli aspetti più importanti della dimensione umana e sociale, poiché è alla base della relazionalità che costituisce la caratteristica fondamentale dell’essere umano” (Cipolla, 1996).
Ogni relazione che si instaura con una persona “è comunque una relazione sessuata”. Non si può mai prescindere dal genere sessuale dell’interlocutore. Il modo di interagire con l’altro è sempre veicolato dal genere di appartenenza che ci obbliga a comportamenti e atteggiamenti pre-definiti dal sociale e dalla cultura di riferimento.
Parlare con il corpo, come accade durante un incontro sessuo-affettivo (che, infatti, non inizia nel letto ma sin dal primo momento che due persone s’incontrano) significa confrontarsi con le proprie insicurezze, le proprie paure, con quel naturale bisogno di essere accettati e accolti, con la parte più intima e autentica di sé stessi.
Il partner diventa una sorta di specchio in cui vengono riflessi tutti i nostri bisogni, le nostre certezze ed ogni aspetto del nostro essere emotivo ha la possibilità di venire attivata dal contatto con l’altro.


Il corpo dice ciò che le parole non riescono a dire, parla nonostante noi stessi e le nostre intenzioni; ed è il contatto corporeo, veicolo dell’emozione sessuale, con chi desideriamo, a renderci visibili realmente all’altro e a confermarci di esistere.
Il termine orgasmo deriva dal greco ὀργασμός, derivato di ὀργάω, "essere pieno d'ardore, di voglia ardente”. Bruciare di ardore, indica il complesso evento psicofisiologico, di breve durata, che costituisce l'acme dell'eccitamento sessuale ed è accompagnato da un particolare stato di coscienza, intensamente piacevole. Raggiunto in seguito a stimolazioni sia somatiche che psicologiche, l'orgasmo appare caratterizzato da una serie di azioni neuromuscolari non controllate dalla volontà, le quali culminano per l'uomo nell’eiaculazione e per la donna in contrazioni perivaginali e in altri fenomeni motori e secretori riflessi, determinando la risoluzione delle tensioni sessuali e divenendo Un Piacere Folgorante.


Ogni piacere ha il suo momento culminante quando sta per finire (Seneca).
L’orgasmo si scatena all'improvviso, dopo una fase di eccitazione, e dura alcuni secondi. E' il piacere più intenso che possa provare un essere umano. La tensione verso l'orgasmo provoca, al suo sopraggiungere, un totale abbandono a noi stessi e alle onde di piacere diffuse su tutto il corpo. La mente si dissolve nel corpo e il corpo si fa mente. E' una danza e si può danzare insieme o da soli.
Questo terremoto sensuale è seguito da una fase di rilassamento, di soddisfazione ed appagamento, detta fase di risoluzione.
In generale l'orgasmo è dovuto alla stimolazione delle zone erogene, sia nell'uomo che nella donna. Le donne raggiungono più lentamente l'orgasmo perché la pressione sociale ereditata dal passato, il peso dell'educazione e di tabù intimi, e una scarsa conoscenza del proprio corpo, non permettono alla donna di “perdere la testa per trovare il corpo”.


Le manifestazioni fisiche associate nell'uomo sono: eiaculazione e contrazione dei muscoli del perineo.
Riguardo la donna, l'argomento si complica. Grazie a Sigmund Freud, che ha avuto il merito di aprire il dibattito, per anni si è discusso sulle differenze tra orgasmo vaginale e clitorideo. Oggi sembra che la questione sia sorpassata e che ci siano differenze solo nella modalità di stimolazione.
L’organo principale del piacere femminile è il clitoride.
L’orgasmo si ottiene per stimolazione diretta o indiretta del clitoride, il messaggio sale verso l’ipofisi e ridiscende lungo la spina dorsale fino ad esprimersi in contrazioni involontarie all’interno della vagina, impercettibili e quasi inconsapevoli.
Nei due partner il battito cardiaco aumenta, i vasi sanguigni si dilatano.
Il piacere fisico determina la secrezione di endorfina, un sostanza che dà una sensazione prima di grande potenza e poi, al suo dissolversi, di calma e benessere.
Il piacere che accompagna l'orgasmo è molto variabile e può andare da una modestissima stimolazione, con perfetto mantenimento del controllo di sé e di tutte le attività mentali, ad un'estasi così totalizzante che la persona può arrivare momentaneamente a perdere conoscenza. E’ uno 'stato alterato di coscienza', è la distorta percezione del trascorrere del tempo. Durante l’orgasmo si riduce la percezione del dolore, come se il cervello, inondato da sensazioni piacevoli, andasse incontro a una sorta di analgesia centrale operando un benefico effetto sul sistema nervoso centrale tutto.


In termini neurofisiologici, l'orgasmo femminile può essere considerato un riflesso sensomotorio. Quando gli stimoli erotici raggiungono un determinato livello, se non intervengono fattori inibitori, la donna avverte un piacere molto intenso, che segna l'acme della componente sensoriale. Dopo un attimo di sospensione, scatta la componente motoria: iniziano infatti le contrazioni ritmiche e involontarie (di norma da 3 a 8, raramente fino a 15, con intervalli brevissimi di 0,8 secondi) del muscolo pubococcigeo che circonda reazione di migliaia di fibre nervose sensibilissime, da cui dipende poi una serie di effetti vascolari e neuroendocrini che contribuiscono alla formazione della cosiddetta piattaforma orgasmica (Masters-Johnson-Kolodny 1994), consistente nella ricca congestione sanguigna genitale che rappresenta la base fisica della percezione del piacere genitale: più profonda è questa congestione, maggiori sono l'intensità dell'orgasmo e la probabilità di orgasmi multipli, ripetuti e ugualmente molto forti.
Una teoria esposta negli anni cinquanta del secolo scorso lascia ancora senza risposta scientifica. Si tratta dell’esistenza del punto G.
G sta per Gräfenberg, Ernst Gräfenberg, il medico tedesco che per primo si interessò di orgasmo ed eiaculazione femminile in uno studio pubblicato nel 1950 su The International Journal of Sexology.
Secondo il medico tedesco, nel momento più intenso dell’orgasmo, così come avviene nell’uomo, vi sarebbe un’emissione di liquidi tale da apparire come una vera e propria eiaculazione. Non una semplice lubrificazione dunque. Nel 1981, i sessuologi americani Beverly Whipple e John Perry pubblicarono il caso clinico di una donna che si era sottoposta all’osservazione della sua risposta sessuale, in laboratorio. La donna, al raggiungimento dell’orgasmo, rilasciava una notevole quantità di liquido. I ricercatori riscontrarono che il liquido prodotto proveniva dall’uretra, il canale che conduce l’urina dalla vescica verso l’uscita.


L’ analisi della sostanza dimostrò che il liquido conteneva urea e creatinina, sostanze contenute nell’urina, ma il liquido non era sicurament “urina”. Nelle sostanze emesse da questa donne, era presente un antigene specifico della prostata (PSA). In alcune donne è dunque presente del tessuto prostatico (ghiandole di Skene, o ghiandole parauretrali, recentemente rinominate “prostata femminile“) che varia in misura e forma. Quando è presente, questo tessuto circonda l’uretra, ed è adiacente alla vagina. Ebbene, per molti scienziati questa sarebbe esattamente la collocazione del punto G, cioè la parte della vagina che sembrerebbe più sensibile alla stimolazione.
Se usiamo le parole di Bernard Andrieu, l’orgasmo “Si verifica all'interno del corpo, come una vertigine ed è fuori da ogni controllo, sia per intensità che per durata. Una volta attivato, va al di là di noi stessi e non siamo in grado di contenerlo. Ne abbiamo paura perché in quei momenti sperimentiamo ciò che il nostro corpo ci richiede senza la mediazione della "ragione".


L'orgasmo ha anche una valenza sociologica: è simbolo della liberazione dal controllo sociale, motivo per cui è stato demonizzato nel corso della storia. "La società è educazione, convenzione, controllo, tatto. L'orgasmo è esattamente l'opposto dovendo acconsentire ad arrendersi, mollare la presa".
Inquietante pensare che il piacere spaventi ancora oggi, in un'epoca in cui basta un clic per ottenere giocattoli sessuali, lezioni di tecnica e cure su miracolose soluzioni veloci.
Questo è il paradosso, facciamo di tutto per innescare questa esperienza mentre la tecnologia democratizza l'orgasmo.
"Gli individui hanno introiettato regole e tabù sociali. Ciò impedisce loro di scoprire i propri desideri. Essi non provano certe cose, non per scelta, ma perché non sono socialmente corrette."
L’orgasmo fa paura.
Siamo abituati a parlare del sesso come di una realtà puramente fisica, mentre non c’è nulla che abbia più anima, calda e vibrante.

 

Dott.ssa Cristiana Bonaffini

Psicoterapeuta

Consulente in Sessuologia

Catania

Il desiderio femminile e' un turbamento

Dott.ssa Cristiana Bonaffini - redazione@clicmedicina.it

Cristiana Bonaffini E' una vertigine che subisce il corpo. Perché una donna desideri, vuole essere eccitata, dalle parole, dalle atmosfere, dalle attenzioni volte alla sua bellezza, al suo essere. Il concetto di soddisfazione sessuale femminile è più complesso di quello maschile e non dovrebbe essere ad esso paragonato, viste anche le tante componenti non-ormonali che lo determinano. 

Ci sono due modi diversi di provare desiderio. L’uomo segue la sequenza: desiderio, eccitazione, orgasmo. Il desiderio della donna, invece, può essere assente all'inizio, ma sopraggiungere in seguito a una stimolazione, seguendo il ciclo: eccitazione, desiderio, orgasmo. Perché molto di più conta, nella donna, il tipo di relazione col partner, la relazione con se stessa, l'autostima, lo stile di vita, la situazione socio-economica, che non gli ormoni, le donne sono tutt'altro che solo ormoni. 

 

Le donne, per dirsi davvero eccitate, devono sentirsi tali non solo nel corpo, ma prima ancora nella mente, nel cuore, nello spirito, e allora desidereranno. Desidereranno l'assertività, cioè la virilità, di un partner che si rende desiderabile nel farle sentire desiderate. Il desiderio femminile e' quasi un mistero: sia quando ce n’è troppo, sia quando ce n’è troppo poco... Desiderare non è prevedibile. 

E' ogni volta bellissimo perché produce un rumore assordante di vita interiore. Oscar Wilde diceva: Ci sono due tragedie nella vita: "non riuscire a soddisfare un desiderio e... soddisfarlo!" Forse il modo di incontrarsi in mondi sessuali così diversi, sarebbe imparare a chiedere dignitosamente ciò di cui abbiamo diversamente bisogno. Se proviamo a superare i tabù legati alla paura del nostro giudizio interiore e del partner, ci libereremo, abbandonandoci, sentendoci legittimati nel piacere sessuale come diritto e dovere al nostro benessere psicofisico.

 

Dott.ssa Cristiana Bonaffini

Psicoterapeuta

Catania

 

 


Il desiderio maschile nasce dagli occhi

Dott.ssa Cristiana Bonaffini - redazione@clicmedicina.it

Dott.ssa Cristiana BonaffiniIl desiderio è essenzialmente un "moto dell'animo tendente ad attuare o possedere ciò che appaga un bisogno, procura un piacere o rappresenta un valore di cui si manchi". La sessualità e' un istinto, è un modo di essere-nel-mondo. 

Nel desiderio emerge, in tutta la sua abissale differenza, il modo maschile e femminile di riorganizzare l'esistenza. Il desiderio maschile nasce dagli occhi e generalmente si traduce più in genitale, in istinto naturale da appagare. Esso si manifesta con una moltitudine di sensazioni fisiche, dalle più discrete alle più violente. Può essere un dolce formicolio che percorre tutto il corpo, una sensazione strana nella pancia oppure semplicemente un rossore improvviso che non si può controllare. E poi ci sono le espressioni più evidenti del desiderio sessuale fino all’eccitazione vera e propria. L’uomo ama il piacere fisico ed è particolarmente predisposto alla naturale ricerca sessuale all’interno del mondo dell’oggetto desiderato. 

 

La sua sessualità è pressoché lineare e molto semplice e si fonda su principi specifici, che tende a rispettare, per ottenere un piacere totale e soddisfacente. L'uomo subisce una certa periodicità sessuale, comandata dal testosterone che mette in sincronia il desiderio con la sessualità. Le immagini, i desideri e i bisogni si susseguono con un ordine relativo e inconsapevole. Per oltrepassare il limite dello stimolo mentale, ed entrare negli ambiti delle sensazioni corporee, l'uomo, opera un passaggio che gli darà modo di attivare il bisogno vero creando le fondamenta all’aspettativa sessuale, che sarà il timone e, al tempo stesso, l’ancora del piacere maschile fino all’ultima fase, quella fisica. 

Cercherà immagini concrete che possano soddisfare a livello superficiale la direzione intrapresa mentalmente, in linea diretta con l’aspettativa. 

Poi cercherà il cosiddetto furto di immagini, in modo indiscreto, osservando e guardando le parti di suo interesse della donna, fino a cercare l’autorizzazione a proseguire il percorso verso la fase di contatto. Più sarà preciso e consistente il “bottino” visivo, tanto più forte sarà la sensazione di violazione, aumentando, così, anche il relativo desiderio sessuale. Non è indispensabile per l’uomo concretizzare tali pensieri e i relativi bisogni. 

Questa fase ha solamente il compito di creare una traccia da seguire e attivare il bisogno come necessità fisica per permettere una maggiore spinta verso la realizzazione concreta. 

Dice Octavio Paz “Il compito di accorciare le distanze spetta all’immagine e non al possesso, l’immagine è il ponte che il desiderio tende tra l’uomo e la realtà.” 

La differenza sessuale fra uomini e donne fa in modo che l'esperienza erotica diventi un'esperienza di carattere sociale. 

La pulsione fin dal suo primo nascere è trasformata e investita di senso che, secondo Galimberti“volatilizza il nostro desiderio nell’immaginario e lo arresta al limite della visione. Non oltrepassando quel limite, l’individuo evita di mettere in gioco la sua identità, e la società il suo ordine. In quest’orgia di immagini, tutto resta integro.” 

 

Dott.ssa Cristiana Bonaffini

Psicoterapeuta

Consulente in Sessuologia

Catania

L'eccitazione ha qualcosa di speciale in se

Dott.ssa Cristiana Bonaffini - redazione@clicmedicina.it

Dott.ssa Cristiana BonaffiniNei meccanismi dell’amore l’eccitazione è una fase sessuale dominante e centrale, è un moto di forza e piacere.
C’è qualcosa di speciale nell’eccitazione. Vibrano insieme il corpo e la mente. Dalla contemplazione sublime dell’oggetto del desiderio, l’anima si fa carne e cede al piacere, stupendosene ogni volta.
E’ come uno stato euforico, in cui il “tutto” (gli eventi psico fisiologici che descriverò) diventa più della “somma delle sue parti”.
E’ un calore diffuso che, negli esseri umani, crea uno stato di ebbrezza e potenza nella ricerca di maggiore piacere fino all’orgasmo.
Più tecnicamente, l’eccitazione sessuale può derivare da stimoli fisici (il tatto, la vista, l’olfatto) e da stimoli psicologici, pensieri ed emozioni, a cui le donne rispondono in maniera maggiore rispetto agli uomini.
Questi pensieri sono il preludio e l’approdo dell’immaginario erotico, della capacità dell’individuo di autoerotizzarsi mentalmente mediante la creazione di fantasie che attivano una risposta di eccitazione.
Le rappresentazioni mentali possono essere consce o inconsce e vengono create nella mente con modalità proprie e differenti.

Tutto questo eccita il nostro corpo.
Nel nostro corpo eccitato avvengono tutta una serie di reazioni che preparano l’atto sessuale.
Il corpo si prepara a cambiare il ritmo del respiro, ad aumentare la pressione sanguigna, a concentrare l’irrorazione del sangue nei muscoli e nelle zone degli organi sessuali, a ridurre le funzioni intellettive.
La mente invece si prepara a vivere un momento emozionale e fisico, intenso.

Nella donna il primo segno di eccitazione sessuale è la lubrificazione vaginale, che ha inizio da dieci a trenta secondi dopo l’inizio della stimolazione, che trova il suo luogo diretto o indiretto nella clitoride. I due terzi più interni della vagina si allungano e si espandono, il corpo dell’utero si sposta all’indietro, le grandi labbra si appiattiscono e si aprono, le piccole labbra si espandono e il clitoride si inturgidisce, come effetto della vasocostrizione. L’eccitazione sessuale femminile, a differenza di quella maschile, tutta concentrata nel pene, si diffonde in tutta la zona pelvica e questo rende difficile identificare quale sia il vero centro del piacere.
Nell’uomo, il primo segnale di eccitazione sessuale è l’erezione del pene: essa avviene dopo pochi secondi dall’inizio della stimolazione ed è dovuta all’afflusso di sangue nei corpi cavernosi del pene, che sono dei tessuti spugnosi.
In condizioni di ansia da prestazione o a seguito di particolare affaticamento l’uomo, pur essendo eccitato, può perdere l’erezione.
Con l’esperienza, l’uomo acquisisce un maggiore controllo sulla propria eccitazione e sulla fase eiaculatoria.

L’eccitazione è raggiunta in tempi diversi proprio per caratteristiche naturali che differenziano gli uomini dalle donne.
Nell’uomo è localizzata nell’area genitale. La donna ha bisogno che tutto il corpo sia stimolato per sentirsi eccitata, fino a quella sensazione in un cui si chiudono gli occhi perché bruciano.
Una differenza concepita dalla natura su una femminilità che deve essere coccolata, riscaldata, protetta.
Il maschio, dal corteggiamento all’atto sessuale, si deve “prender cura” della sua femmina.
Alle donne occorre in media un tempo dieci volte superiore rispetto all’uomo per raggiungere la propria eccitazione ed è spesso questo il motivo dei "malintesi" amorosi. Molte donne ritengono di non riuscire ad eccitarsi adeguatamente quando in realtà e' il tempo che le e' mancato.
La sessualità è uno dei luoghi più semplici della vita, se non fosse per i tabù che ci tengono ancora legati a paure e peccato.
Nella sessualità non possiamo mentire, siamo noi stessi, in un reale diritto al piacere.
Vivere la sessualità con calma, con egoistica attenzione all’altro, con fiducia, con coraggio, con abbandono, ma soprattutto con verità, presuppone davvero volere il nostro bene e quello del partner.

 

Dott.ssa Cristiana Bonaffini

Psicoterapeuta

Consulente in Sessuologia

Catania